Tra le contrade di Passirano, spicca quella delle Piazze, forse per la chiesetta che è inglobata tra gli edifici ed è ben visibile mentre si esce dal centro scendendo verso Ospitaletto. Nei documenti antichi è detta “Contrada Platearum (che tradotto letteralmente significa contrada delle Piazze) forse a motivo d’alcuni luoghi comuni, ed aperti formanti piazza, è una delle più estese di Passirano, e che contiene molte case non però unite”, scrive l’anonimo del Settecento. Era quella più vicina alla chiesa di San Zeno. In questa contrada avevano possedimenti i Britannico, antica famiglia bresciana che conduceva una tipografia rinomata, e qui a Passirano aveva voluto un oratorio da dedicare a Sant’Anna. Ideatore dell’oratorio fu Daniele Britannico che qui risiedeva. Il 14 ottobre 1735, infatti, il Britannico, “si presentò al notaio passiranese Giacomo di Giovanni Maria Moretti” per stendere un atto che chiedeva di poter costruire una chiesetta dedicandolo alla santa, promettendo il mantenimento all’altare con dote annuale di cinque scudi bresciani equivalenti a “una pezza di terra arativa e vidata detta Brolo sita nel tener di Passirano in Contrada delle Piazze di piò tre incirca a cui confino a mattina e mezzodì esso sig. Britannico, da sera ingresso, o sia Vissolo, e da monte strada”. La richiesta fu inviata alla Repubblica Veneta giustificando la motivazione dell’erezione di una chiesa per “la distanza della Parrocchiale, le strade rovinose, l’ingombro delle nevi e soprattutto la pietà dei popolani delle Piazze”. Il doge Luigi Pisani, tramite il capitano di Brescia Luigi Mocenigo e del Rettore Giovanni Facchi, il 27 agosto 1735 concesse il permesso a patto che il fondo non gravasse sul bene pubblico. Al tempo di don Falsina, questo documento era in bella mostra nella chiesetta di sant’Anna. Comunque, il tre settembre il Vicario Generale Leandro Chizzola, Arcidiacono della Cattedrale, concesse il permesso, poi approvato anche dal rettore Angelo Ludovico Britannico, parente stretto di Daniele.Lo storico Falsina descrive la chiesetta “senza nessuna pretesa d’arte e di mole”. Una piccola navata con un minuscolo presbiterio con a lato una porticina che porta alla sagrestia. L’altare in muratura con una finta soasa barocca affrescata con “un modestissimo quadro ad olio di S. Anna a mezzo busto”. La facciata per noi è la più evidente con quel finestrone particolarissimo in stile barocco un po’ esagerato nella forma. In canonica c’è un dipinto di Sant’Anna con Maria Bambina, firmato e datato 1947 da Fulvio Beriola che sul telaio al retro è scritto: ”S. Anna copia di Franchi f. per mia cura per le Piazze 1946”. Il dipinto è stato esposto alla mostra del Beriola nel 2014 in canonica.La chiesetta “ha visto sparire sotto la prosaica tinteggiatura delle pareti la decorazione barocca di tutta la navata, e nelle mani degli incettatori, l’antico armadio della sagrestia, non conta che l’indispensabile suppellettile del culto, modesta e decrepita, né basta a compensarlo le comunissime oleografie delle pareti e i pochi fiori di carta che ogni sagra dimentica sulle spoglie modanature dell’edificio”. La sagra nel giorno della festa di Sant’Anna, si celebra tutt’ora come un tempo dove risulta essere la più antica festa patronale di Passirano. C’erano delle condizioni per celebrare la festa. Non era permesso festeggiare se il giorno cadeva di domenica, “quando verrà ritardata o coinciderà col lunedì, saranno archi e fiori, tendaggio e fuochi d’artificio con grandiosità di propositi anche se con modestia d’esito”. La cappella è oggi di proprietà Ceni.La contrada delle Piazze, ruota tutta attorno a questa chiesetta. Lì accanto c’è ancora il portale in pietra bianca, oggi murato, che dava accesso all’abitazione dei Britannico.Alle Piazze nel finire dell’Ottocento c’era la filanda, dove le donne del paese avevano modo di arrotondare lo stipendio con la lavorazione dei bozzoli di seta. Nelle cascine erano frequenti le coltivazioni dei bachi da seta che si nutrivano delle foglie dei numerosi gelsi che contornavano i terreni che coltivavano nelle loro cascine. L’allevamento dei bachi da seta era abbastanza frequente nei borghi della Franciacorta e la nascita delle filande era il segno dell’inizio dell’emancipazione femminile, che anche se sottopagate, potevano aggiungere qualche soldo ai poveri guadagni dei mariti avuti dalla coltivazione dei campi. L’industrializzazione faceva i primi passi anche da noi.Della famiglia Britannico ho già parlato e oramai sappiamo che era proveniente da Brescia, ma a Passirano aveva proprietà già nel ‘600. Nel catasto del 1641 infatti Luca Antonio fu Ludovico è proprietario di 28 piò del valore di 2297 lire sparsi un po’ ovunque, l’Albarello e il Santino alle Pozze, il Vernazze, la Fontanella, la Zucha, il Pagalazzo, il Trepolo, il Dossello ai Dossi, poi alle Piazze la Breda e un “casamento di alla terra… due finili… massaro e altri due corpi di casa con torchio da vino” che confinava a matta con “eredi Pilino q Paolo”, a mezzodì e sera con l’orto di loro proprietà e a monte con la strada.Alle Piazze oltre al Britannico, avevano proprietà anche Buizza Paolo fu Andrea; la Carità di Sera; Cocchi Gio Batta fu Francesco che aveva anche una casa con stanze superiori; il Comune di Passirano; Fenaroli Gio Antonio fu Bartolomeo; Licino Giovan Batta; Lissignoli Pietro fu Antonio con anche una casa con stanze al 1° piano; Micanzi Geronimo (Girolamo) fu Antonio anch’egli con casa e orto; Patuzzi Domenico fu Geronimo; Pilino Andrea fu Giacomo con casa; Podestini Giuseppa fu Giovanni con casa e stanze superiori; Polonini Giovanni fu Bartolomeo una casa con stanze al piano superiore; Spinola Giuseppe fu Fabio Vittorio una casa cintata con stanze superiore; Torazzai Vincenzo fu Gherardo; Trainini Maria e Lucia fu Andrea; Trivellini Bartolomeo fu Pietro; Ussoli Gio Batta fu Andrea che aveva tre case con stanze superiori e “ara”; Venni Gio Maria moglie di Camillo Pilino; Zamboni Gio Pietro fu Antonio. L’area occupata da tutti questi proprietari equivaleva a 31 piò e 918 tavole per un valore di lire 5428,67.Dalla cartina napoleonica si possono vedere le abitazioni esistenti nel 1807 e scoprire quali di quelle è tutt’ora esistente.
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